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intorno a questo volume. Per la rilegatura del manoscritto è stata riutilizzata
una pergamena del tardo medioevo francese con numerose iniziali
Fleuronée di colore rosso e blu.[Fig. 1] Un altro elemento molto curioso è il
disegno a penna di carattere emblematico sulla copertina del volume, che
risale allo stesso periodo della stesura del testo cinquecentesco. In
preparazione del disegno fu cancellata una buona parte del testo
medioevale sulla pergamena, sostituito in seguito dal tondino che si trova
tutt’ora con il marzocco fiorentino sovrapposto da uno stemma. Il testo del
manoscritto tratta dei principi del potere imperiale e dell’indipendenza
politica della città di Firenze, un fatto che spiega la presenza del marzocco
sulla copertina. Il volume ha raggiunto la sua attuale collocazione presso il
Kunsthistorisches Institut di Firenze insieme ad altri manoscritti, che
facevano parte di un convoluto proveniente dalla proprietà della famiglia
Gaetani, una famiglia che visse a Irsina, una piccola città nella Basilicata,
alla quale appartiene lo stemma rappresentato sopra il marzocco. Ci sono
buone ragioni per sostenere che l’emblema sia stato aggiunto dai proprietari
di allora, perché nel 1585 la famiglia Gaetani vendette tutti i suoi beni e
lasciò Irsina; ciò porta alla conclusione che il manoscritto fu eseguito prima
di questa data. Grazie ad un’analisi della rilegatura è possibile dunque
stabilire il terminus ante quem per la stesura del manoscritto. Una lettura del
testo ci conduce invece a Rodolfo II menzionato come imperatore. Di
conseguenza, il testo fu scritto sicuramente dopo il 1576 e unendo i due dati
possiamo stabilire con qualche certezza una datazione per il manoscritto tra
il 1576 e il 1585. Manoscritti sono eo ipso opere con tanti tratti individuali e,
sia dal punto di vista formale che del contenuto, bisogna certamente
valorizzarli in maniera diversa rispetto a prodotti di stampa.
Tuttavia, gli Abbozzi concernenti l'Imperio Romano sono un buon esempio
per dimostrare quali potrebbero essere i risultati dell’analisi codicologica, in
questo caso in combinazione con informazioni che emergono dalla lettura
del testo. Proprio perché i manoscritti sono esemplari unici, la biblioteca
possidente si trova di fronte ad una responsabilità maggiore nel fornire
informazioni competenti e comprensive al pubblico degli studiosi ed esperti.
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