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➢ Storia: Le prime stampe su carta ricavate da matrici su legno incise
                    sono state realizzate in Cina ; risalgono al VIII secolo della nostra

                    era.  In  Europa,  sulla  base  di  alcuni  documenti  si  deduce  che  la
                    produzione delle prime silografie (semplici figure di santi e carte da
                    gioco)  debba  risalire  alla  fine  del  XIV  secolo  o  agli  inizi  del  XV
                    secolo. Queste antiche stampe votive erano immagini essenzialmente

                    lineari, spesso abbellite dalla coloritura a mano.


            L'invenzione  della  stampa  a  caratteri  mobili,  che  applicava  ai  segni
            alfabetici il principio della stampa in rilievo  , e  il conseguente sviluppo
            dell'editoria  hanno  rappresentato  un  campo  di  utilizzo  e  applicazione

            privilegiato  per  la  silografia  :  negli  ultimi  decenni  del  XV  secolo  si  è
            consolidata  la  produzione  di  libri  illustrati  con  silografie,  soprattutto  in
            Germania e Italia.


            Si  tratta  sempre,  anche  per  le  immagini  più  raffinate,  di  opere  di  artisti

            anonimi  o  identificati  solo  in  via  ipotetica,  fino  all'emergere  della
            personalità  di  A.  Dürer,  che,  nel  giro  di  pochi  anni,  complici  anche  le
            innovazioni tecniche in mat


            eria di torchi da stampa e inchiostri, maturate con gli inizi della tipografia,

            ha sviluppato enormemente il linguaggio della silografia, aggiornando le
            possibilità  di  rappresentazione  della  tecnica  ai  nuovi  dettami  dell'arte
            rinascimentale, ideando composizioni di grande respiro e complessità.


            Un  nuovo  momento  di  grande  innovazione  si  è  avuto  alla  fine  del
            Settecento,  con  l'affermarsi  della  nuova  tecnica  di  incisione  su  legno  di

            testa(ricavata, cioè da taglio del tronco in orizzontale di un albero di legno
            più duro di grana fine, come il bosso; mentre in una prima fase venivano

            utilizzate esclusivamente matrici in legno di filo ,ricavate cioè, da taglio
            del tronco in verticale di un albero dolce come il ciliegio, che causavano
            maggiori  difficoltà  di  lavorazione  a  causa  della  presenza  delle
            venature),che grazie alla maggiore uniformità nella resistenza offerta dalle

            fibre permettevano una lavorazione piú dettagliata e l’uso del bulino, col
            quale si ottengono segni più precisi e sottili. In questo periodo si impara ad
            utilizzare  legni  molto  duri,  soprattutto  il  bosso,  e  tagliati  in  senso

            perpendicolare alla venatura (xilografia di testa o nuova xilografia). Questa
            innovazione è dovuta a Thomas Bewick che, al contempo, introdusse l'uso
            del  bulino  al  posto  delle  sgorbie,  necessarie  per  la  tecnica  di  filo.  Con



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