Page 6 - PDF PASSEGGIA(1)
P. 6

Gran parte dei manoscritti originali sono andati perduti ma copie realizzate
            in  tempi  successivi  sono  pervenute  fino  a  noi.  Animali,  persone  e  altri

            elementi  di  contorno  spesso  servivano  per  illustrare  le  funzioni  della
            pianta; i demoni, per esempio, erano affiancati da specifiche erbe in grado
            di  tenerli  alla  larga.  Tuttavia  gli  erbari  medievali  risultano  nella
            maggioranza  dei  casi  piuttosto  imprecisi  e  bisognerà  attendere  il  XV

            secolo per coglierne uno sviluppo significativo.


            Nel corso del Medioevo, le illustrazioni botaniche continuarono quindi a
            derivare  dai  modelli  antichi  attraverso  copie  e  copie  di  copie  via  via
            sempre meno aderenti al vero anche a causa di una nuova mentalità che

            poneva attenzione più all’ideale che al reale: anche le piante vengono in
            qualche modo idealizzate, schematizzate, ridotte all’essenza o arricchite di
            particolari fantasiosi o legati alle (vere o presunte) proprietà terapeutiche

            delle piante piuttosto che al loro reale aspetto.


            Lo studio della botanica è sostanzialmente studio degli autori classici, di
            ciò che è stato detto da Dioscoride, Plinio, Teofrasto…, le cui conoscenze
            e  credenze  non  vengono  messe  in  discussione,  ma  continuano  ad  essere

            tramandate in un misto di scienza e magia, in cui il potere della voce dei
            “grandi” del passato è più forte della capacità critica e di osservazione dal
            vero.


            Ne è un esempio la raffigurazione della mandragora, pianta tossica della
            famiglia delle Solanacee realmente esistente, alla quale venivano attribuite

            virtù magiche : la forma particolare della radice, vagamente somigliante ad
            un  essere  umano,  aveva  alimentato  numerose  leggende  legate  a  questa
            pianta,  in  particolare  il  suo  potere  di  uccidere  con  un  urlo  straziante

            chiunque  osasse  coglierla;  per  poter  raccogliere  la  pianta,  si  consigliava
            quindi di legarne la base al guinzaglio di un cane che poi, lasciato libero,
            avrebbe corso strappando la pianta e morendo per le sue grida, lasciando

            però  la  possibilità  al  suo  padrone  di  coglierla.  Nonostante  bastasse
            osservare  la  pianta  per  capire  che  si  trattava  di  una  leggenda,  la  forza
            suggestiva della credenza popolare e dei testi del passato era tale che in

            moltissimi testi medievali la mandragora viene raffigurata con sembianze
            antropomorfe e legata al guinzaglio di un cane.


            Nel corso di questo periodo si diffonde in particolar modo l’opera di un
            autore  di  IV  secolo  d.C.  noto  come  Pseudo  Apuleio;  gli  esemplari  più



                                                                                                              5
   1   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11