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ecclesiastici, di raccolte di giornali d’epoca e di miscellanee di scritti di studiosi e

                  storici e di tutto ciò che stava andando irrimediabilmente perduto ma che aveva
                  una straordinaria importanza per la storia della nostra Comunità.

                  Sono stati realizzati circa 260 microfilm contenenti: gli archivi parrocchiali relativi

                  alle registrazioni di matrimoni, battesimi e decessi, i registri delle anime, i registri
                  delle cresime e, dove esistenti, i vari “Liber Cronicus” dei parroci, i Libri dei Saldi

                  della  Comunità  di  Pontremoli,  dall’anno  1650  al  1660,  che  offrono  un  quadro
                  esaustivo di grande interesse storico-economico-sociale delle spese sostenute

                  dalla  Comunità  Pontremolese  nel  periodo  immediatamente  successivo
                  all’acquisto della città da parte del Granducato toscano.

                  Ma  quello  che  rappresenta  un  vero  e  proprio  fiore  all’occhiello  di  tutta  questa

                  operazione è la microfilmatura degli archivi notarili relativi al sec. XV, centinaia di
                  atti  rogati  dai  notai  pontremolesi  sopravvissuti  all’incendio  del  1495,  che

                  rappresentano uno spaccato della società pontremolese e lunigianese dell’ultimo
                  secolo di un’età medievale che non poteva non suscitare un forte interesse per

                  gli avvenimenti di un secolo così importante e pur così poco noto.
                  Si è pensato poi di sfruttare le enormi possibilità che la moderna tecnologia può

                  offrire  con  un  progetto  che  si  sta  sviluppando  pian  piano,  la  conversione  dei

                  microfilm  in  CD,  leggibili,  quindi,  da  un  qualsiasi  PC,  con  indici,  sommari  e
                  possibilità di stampa, così da offrire all’utente un servizio ancora più vasto; ad

                  oggi  è  stata  effettuata  la  conversione  di  circa  un  terzo  dei  microfilm  da  noi

                  posseduti.
                  L’obiettivo  che  ora  ci  poniamo  è  quello  di  arrivare,  anche  se,  in  tempi  non

                  brevissimi,  alla  conclusione  così  da  poter    trarre  in  salvo  un  patrimonio
                  archivistico tanto importante e da renderlo maggiormente fruibile all’utente.

                  Chiudo con le parole del testamento dell’Auditore Buides perché  esse sono le
                  radici  della  biblioteca  di  Pontremoli  e  lo  spirito  del  fondatore  e,  infine,  mi

                  sembrano la miglior epigrafe per capire il perché di ogni biblioteca:


                  Desiderando che la città di Pontremoli possa, quando che sia, arrivare ad avere

                  un  pubblica  libreria,  dono  alla  medesima,  come  principio  di  cosa,  i  miei  libri,
                  scaffali e cassettoni relativi, ma a condizione che essa seriamente e presto




                  loro  Chiesa  o  a  qualche  cappella  in  essa  contenuta,  le  opere  pie,  i  vari  inventari  dei  beni,  i  libri  delle
                  Confraternite con i loro statuti e i loro regolamenti).
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