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permetterà di mettere a disposizione del pubblico i materiali fino ad ora realizzati
non solo presso le biblioteche di Carrara e di Pontremoli, le uniche originariamente
destinata alla consultazione dei microfilm perché dotate delle attrezzatura
necessarie, ma anche in altre sedi, fra cui gli stessi archivi Diocesani. Qualunque
sia il punto di accesso alla lettura dei documenti sarà comunque fondamentale che
essi siano disponibili contestualmente agli inventari dei fondi da cui provengono.
A questo punto, nell’ipotesi di proseguire nell’utilizzo della riproduzione digitale
come strumento di salvaguardia e maggiore diffusione e valorizzazione del nostro
patrimonio, occorre individuare con precisione quali siano gli obiettivi da
raggiungere in modo da definire una procedura che risulti efficacie e soprattutto
commisurata con la ristrettezza delle risorse economiche attualmente disponibili.
Certamente le scelte metodologiche adottate in occasione della prima campagna
di microfilmatura sono ancora condivisibili: potrebbe ancora risultare utile
concentrare l’attenzione, da una parte, sui documenti in cattivo stato di
conservazione, dall’altra, su quelli maggiormente consultati.
Per quanto riguarda i primi il lavoro risulterebbe sicuramente di facile realizzazione
ed economicamente vantaggioso. Molti dei documenti più antichi sono già stati
presi in esame nel corso dell’intervento di microfilmatura condotto dalla Provincia.
Essi costituiscono quindi una base di partenza cospicua dalla quale prendere le
mosse per completare il lavoro colmandone le lacune. Nel corso del censimento
degli archivi parrocchiali sono stati segnalati tutti gli esemplari che presentano uno
stato di conservazione precario. Ciò permetterebbe di reperire facilmente gli
esemplari ancora da destinare alla riproduzione digitale. Un intervento
relativamente limitato permetterebbe così di mettere a disposizione degli studiosi
un cospicuo numero di documenti altrimenti destinati ad essere esclusi dalla
consultazione, e di salvaguardarne così la conservazione.
Necessiterebbe invece di una riflessione più approfondita la programmazione di un
intervento rivolto alla salvaguardia dei documenti maggiormente consultati. In
primo luogo occorrerebbe individuare quali siano le serie archivistiche o le
tipologie documentarie più consultate, per poi capire anche perché questo accada.
E’ certo che fra gli attuali frequentatori degli archivi parrocchiali prevalgono di gran
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