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una Biblioteca ecclesiastica non è stato un freno bensì uno stimolo. La Chiesa
del XXI secolo è proiettata fortemente alle nuove tecnologie, come scrive Don
Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali “Il
Cristianesimo si è sempre incarnato ed inserito nelle culture del suo tempo” e
aggiunge l’istruzione pastorale Aetatis Novae del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali che la comunicazione bidirezionale e l’opinione pubblica
(ovvero le caratteristiche e i destinatari di Internet 2.0) sono il mezzo per
realizzare concretamente il carattere di comunione della Chiesa.
Fotografia digitale, registrazione di eventi in mp3, posta elettronica, skype,
myspace, facebook, siti e portali di promozione culturale: tutti strumenti che la
biblioteca usa per comunicare, promuoversi, archiviare risorse. E ancora, un
ricca collezione di cd audio e video, un crescente patrimonio di testimonianze
audio relative agli innumerevoli eventi realizzati, una realizzazione in corso di
Virtuale Reference Desk e Social Bookmarking dedicati per i propri utenti, di
provenienza eterogenea e varietà formativa, l’appartenenza a due grandi reti
bibliotecarie (Cei- BIB, progetto biblioteche ecclesiastiche, e Reprobi, rete
provinciale delle Biblioteche) e la conseguente realizzazione di Opac condivisi e
disponibili on line, fanno di questa piccola ma attivissima biblioteca una vera e
propria biblioteca ibrida, così come definita dalla letteratura anglosassone
(Hybrid library).
Per restare in ambito cartaceo e librario, la Biblioteca Diocesana ospita oltre
20.000 volumi dei quali circa ¼ di carattere antico suddiviso in importanti fondi
(Fondo Zoppi, Fondo Reschigna, Fondo Berti); di tali fondi fanno parte 2
incunaboli e circa 150 edizioni del XVI secolo. Calati in questa realtà proviamo a
considerare le diverse angolazioni da cui possiamo guardare al senso della
digitalizzazione del libro antico, intendendo in questo intervento, il libro a
stampa.
Digitalizzazione come Conservazione
È noto ormai quanto sia alto il tasso di obsolescenza dei supporti informatici e
che i supporti utilizzati in questo momento storico siano i più deperibili di tutti i
tempi.
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