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(con possibilità di ricerca testuale) o meno (testi riprodotti come immagini), il
lavoro è sempre lungo e costoso e deve avere a monte un progetto ben definito.
Ma quali sono i criteri per individuare i volumi o più genericamente gli oggetti da
digitalizzare? Come in un gioco di scatole cinesi, si aprono a sua volta una
molteplicità di strade.
Da più voci emerge la sensazione che sia necessario un apposito organismo a
carattere nazionale che esamini e individui i criteri, perché non sia lasciata
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l’opera di digitalizzazione allo spontaneismo di una singola biblioteca . Tuttavia
l’infinita multiformità delle biblioteche italiane lascia poco spazio a scelte
centralizzate, a mio avviso. Più salutare sarebbe lavorare per una maggiore
formazione dei bibliotecari e dei responsabili delle raccolte, per ottenere un buon
livello di preparazione e consapevolezza, in un paese dove ancora le
biblioteche, specialmente quelle pubbliche, sono considerate insieme agli
archivi, ottimi meandri dove relegare impiegati senza specifiche professionalità.
Esaminando dunque la realtà locale e patrimoniale della Biblioteca Diocesana
dei Santi Ambrogio e Carlo di Massa, caratterizzata da un fondo storico (di libri a
stampa) di dimensioni medio piccole, disponibilità economiche di minima
sussistenza, stato delle raccolte (inventario, cataloghi, tutela e conservazione)
non completa e/o non adeguata, vorrei mettere in evidenza in maniera
schiettamente induttiva le possibilità che la digitalizzazione può offrire, in termini
di offerta di nuove fonti, alla ricerca storica e bibliologica.
La Biblioteca Diocesana di Massa, già del Seminario Vescovile, nata nel 1830
per volere del primo vescovo di Massa mons. Francesco Maria Zoppi, è stata
aperta al pubblico nel 2005 per volere di un altro stimato vescovo, mons.
Eugenio Binini.
Servizi al pubblico e gestione delle raccolte sono accompagnati da un continuo
allestimento di eventi culturali che ne ha fatto punto di riferimento del territorio e
di gruppi di giovani in cerca di scambio culturale e riflessione.
L’ampia formazione delle bibliotecarie e lo spirito d’iniziativa delle stesse hanno
permesso che la biblioteca si servisse fin da subito delle nuove tecnologie e
degli strumenti informativi del web e del web 2.0 sia nel campo della gestione
delle risorse (umane e documentali) sia nel campo della comunicazione. Essere
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Gianni Bonazzi, La digitalizzazione come fine o come mezzo, in Collezionismo, restauro e antiquariato librario.
Convegno internazionale di studi e aggiornamento professionale per
librari antiquari, bibliofili, bibliotecari conservatori, collezionisti e amatori di libri, Spoleto, Rocca albornoziana, 14-
17 giugno 2000, Milano 2002
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