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Per secoli i Parroci hanno annotato, con maggiore o minore dovizia di particolari in

                  ragione delle inclinazioni di ognuno, i fatti salienti della vita delle loro comunità, ma
                  soprattutto sono stati scrupolosi custodi di questo ricco patrimonio documentario.

                  Purtroppo la catena virtuosa che ha condotto fino a noi le preziose testimonianze

                  del nostro passato si è bruscamente interrotta intorno alla metà del secolo scorso
                  quando,    per  ragioni  di  carattere  economico  e  sociale,  i  paesi  delle  nostre

                  montagne  si  sono  spopolati  notevolmente  ed  il  clero  si  è  ridotto  in  maniera
                  drastica.

                  Attualmente  nei  territori  montani  della  nostra  Diocesi  ad  un  solo  sacerdote  è
                  affidata la responsabilità di numerose parrocchie. Ciò comporta che i suoi impegni

                  siano  tali  da  fargli  assolutamente  trascurare  ogni  interesse  verso  la  cura  dei

                  documenti antichi come verso qualunque cosa che non sia strettamente legata ai
                  bisogni primari dell’attività pastorale. Queste circostanze hanno provocato un grave

                  danno  agli  archivi  che  sono  stati,  nella  migliore  delle  ipotesi,  abbandonati  a  se
                  stessi e completamente dimenticati, nei casi peggiori, lasciati in balia di studiosi e

                  mercanti che, armati di buone o cattive intenzioni, ne hanno in molti casi provocato
                  la dispersione.

                  Questa era la situazione che il nostro Ufficio si è trovato ad affrontare quando, una

                  decina di anni fa, si sono cominciate a delineare le condizioni per dare inizio alla
                  programmazione  di  azioni  volte  alla  salvaguardia  degli  archivi  della  Diocesi.  Alla

                  consapevolezza  dell’esistenza  di  un  patrimonio  assolutamente  prezioso  e

                  meritevole  di  grande  attenzione,  si  contrapponeva  la  totale  ignoranza  sulla  sua
                  consistenza  e  sul  suo  reale  stato  di  conservazione.  La  prima  cosa  da  fare  era

                  sicuramente    una  campagna  di  rilevamento  e  censimento  dell’esistente  che
                  permettesse di fotografare lo stato di fatto per poter programmare con cognizione

                  di  causa  gli  interventi  futuri.  Per  ragioni  economiche,  ma  anche  logistiche,  il
                  territorio  della  Diocesi  è  molto  ampio  e  molte  parrocchie  sono  raggiungibili  con

                  difficoltà, la campagna di censimento si è protratta a lungo nel tempo. Iniziata nel
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                  2004 si è conclusa soltanto nel 2010 . Finalmente però tutti gli  archivi delle 244
                  parrocchie della Diocesi  sono stati visitati e censiti. Ne conosciamo così la precisa

                  consistenza  e  il  reale  stato  di  conservazione.  Purtroppo  l’indagine  ha  per  molti


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                    I fondi che la Diocesi può destinare alla salvaguardia del patrimonio archivistico sono molto limitati, per
                  questo motivo il progetto è stato suddiviso in più annualità. Non si sarebbe comunque potuto concludere se
                  alle risorse diocesane non si fosse aggiunto un contributo dello Stato, ottenuto attraverso la Soprintendenza
                  Archivistica della Toscana che ha inserito il censimento degli archivi parrocchiali nel progetto SIUSA,
                  finanziando alcune parti dell’intervento.
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