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Paratesto di edizione: censura

                  Dal primo Indice dei libri proibiti apparso in Italia nel 1538 a Milano all’Indice di
                  Papa  Paolo  IV  del  1559  fu  un  crescendo  di  restrizioni  di  stampa  e  controllo

                  editoriale.  L’Indice  paolino  conteneva  infatti  sia  le  opere  eretiche  sia  quelle

                  giudicate  anticlericali  o  immorali.  Più  clemente  l’Indice  tridentino del  1564  che
                  lasciava spazio alla pubblicazione di opere in forma purgata, dove determinati

                  contenuti illeciti sarebbero stati soppressi o rielaborati.
                  In questo clima si inserisce la Censura, segno tangibile sul libro di un avvenuto

                  controllo sul testo e allo stesso tempo dell’autorizzazione alla stampa.
                  Tratto dal verso del frontespizio del vol. 1 dell’opera HIERONYMUS, Opera diui

                  Hieronymi  Stridoniensis,  ecclesiae  doctoris: per  Marianum  Victorium  Reatinum

                  ex  manuscriptis  codicibus  multo  labore  emendata,  &  ab  innumeris  erroribus
                  vindicata. Cum indice copiosissimo, Antuerpiae, ex officina Christophori Plantini

                  architypographi regii, 1579. 9 vol; fol, che riporta l’approvazione per il testo “ad
                  ecclesiae dei aedificationem recunductur” da Mariano Vittori.

                  In seguito alla riscoperta di San Gerolamo e dei Padri della Chiesa da parte dei
                  riformisti,  come  strumento  di  riforma  spirituale  ispirata  ai  modelli  del

                  cristianesimo delle origini, Erasmo da Rotterdam nel 1516 aveva pubblicato una

                  prima edizione delle Epistole del Santo, facendo tornare alla luce il pilastro della
                  Patristica cristiana.

                  La risposta della Curia romana fu di affidare, subito dopo il Concilio di Trento,

                  nel 1565, a Mariano Vittori, erudito e vescovo di Rieti, una nuova edizione del
                  Padre  della  Chiesa  da  opporre  a  quella  di  Erasmo.  Lo  studioso  concepì  un

                  lavoro  di  attenta  riscrittura,  reinterpretazione  e  screditamento  filologico  di
                  Erasmo. Il risultato fu un Gerolamo emaculatus, purificato dalla macchi che lo

                  avevano ricoperto; un Gerolamo cui di nuovo era possibile attingere senza timori
                  di  compromissioni  sospette,  sottratto  all’alea  di  interpretazioni  personali  e

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                  fuorvianti



                  Paratesto di edizione: privilegi
                  Con  la  doppia  funzione  di  proteggere  l’attività  commerciale  e  intellettuale  dei

                  produttori di libri e di mantenere un controllo sui testi pubblicati, il sistema dei

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                     Benedetto  CLAUSI,  Ridar  voce  all'antico  padre:  l'edizione  erasmiana  delle  Lettere  di  Gerolamo,  Soveria
                  Mannelli, Rubbettino Editore, 2000, p. 174.
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