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e più comuni lettori. In tutta Europa, con le più diverse finalità, si stampavano

                  Bibbie figurate, in cui l’immagine era complementare al testo, e con esse storie
                  della vita di Cristo, calendari, favole illustrate, raccolte di icone e figure, emblemi

                  e motti, nelle quali al testo era delegata una parte descrittiva indicativa e per le

                  quali  le  immagini  non  avevano  necessariamente  aspirazione  artistica  ma  che
                  avrebbero  reso  possibile  la  memorizzazione  di  tutti  i  vangeli  e  delle  storie

                  narrate, agli occhi di oggi insostenibile fatica ma per nulla insolita in un mondo in
                  cui  le  immagini  sostituivano  ancora  la  scrittura  per  la  maggior  parte  della

                  popolazione.
                  La  digitalizzazione  su  Google  Books  di  Pietro  ZANI,  Enciclopedia  metodica

                  critico-ragionata  delle  belle  arti  dell'  abate  D.  Pietro  Zani,  Fidentino,  Parma,
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                  Pubblicato da Tip. ducale, 1820, Parte 1, vol. 4  , altrimenti consultabile solo in
                  sede  a  non  meno  di  100  km,  ci  ha  permesso  di  rintracciare  un  interessante

                  percorso  lungo  l’evolversi  cronologico  e  spaziale  di  questi  importanti  testi,  nel
                  capitolo  dedicato  alle  Bibbie  figurate.  Figure  della  Bibbia  in  libri  o  raccolte

                  distribuite  secondo  l’ordine  cronologico  in  cui  furono  stampate  da  ciascuna
                  nazione,  nel  quale  le  Bibbie  del  XV  e  del  XVI  secolo  sono  esaminate  al

                  contempo per l’apparato xilografico che offrono e per la trasmissione di modelli

                  da una all’altra.
                  L’esempio è tratto da Biblia sacra vulgatae edizioni Sixti v. pontificis max. jussu

                  recognita  et  clementis  VIII  […],  Venetiis,  Ex  typographia  Remondiniana

                  superiorum permissu ac privilegium, 1757



                  Paratesto di edizione: apparato iconografico. Antiporte

                  Nata  dalla  necessità  di  dedicare  alla  parte  decorativa    del  frontespizio  uno
                  spazio proprio  e rendere attraente il testo tramite una visualizzazione del testo

                  in  immagine,  l’antiporta  precede  i  frontespizi  dei  secoli  XVII  e  XVIII  e  riporta

                  scene per lo più allegoriche simboleggianti il contenuto del volume.
                  Come  nell’esempio  seguente  (Fig.  2)  in  cui  l’incisione,  senza  dar  spazio

                  all’immaginazione, raffigura l’atto di distruzione col fuoco di libri proibiti, come da
                  riferimento  sottostante  agli  Atti  degli  Apostoli  19.19,  e  come  da  contenuto  del

                  volume che altri non è che l’Index librorum prohibitorum sanctissimi domini nostri


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                    http://books.google.it/books?id=8Z08AAAAYAAJ&dq=pietro+zani&source=gbs_navlinks_s
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